Psicologia, Cure Complementari, Benessere

I doni dell’ ascolto profondo

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“Chi trova un amico trova un tesoro”, dice un famoso proverbio…Beh, uno psicologo non è propriamente un amico…ma è un professionista che mette al servizio di chi lo richiede le proprie conoscenze, capacità e competenze, la propria umanità e la propria “arte“.
E certo non può, anche per questioni di deontologia professionale, fornire quella vicinanza affettiva che un amico di vecchia data o una persona con cui ci sentiamo in grande affiatamento e intimità, può darci.
Però, in un certo senso, alcune funzioni che lo psicologo svolge sono simili a quelle dell’amicizia perchè prima di tutto, quello che ci aspettiamo da un’amico, è che ci conosca meglio di altre persone, che sia interessato a capire chi siamo e che comprenda nella sua essenza ciò che gli confidiamo. E questo è proprio quello che generalmente si propone di fare, ma non solo, lo psicologo, attraverso colloqui di ascolto profondo, quando ci rivolgiamo a lui (o a lei).
Di solito, per aprire serenamente il nostro animo ad un’altra persona abbiamo bisogno di un prerequisito fondamentale: la fiducia nel fatto che non ci tradirà, che non ci giudicherà e non rivelerà a nessun altro quegli argomenti delicati, quelle confidenze così preziose ma così legate, spesso, alla nostra vulnerabilità, che con tanta fatica abbiamo messo nelle sue mani. In questo la figura dello psicologo (ma anche di altre professioni, come lo psicoterapeuta o lo psichiatra) è avvantaggiata, perchè vincolata per legge, ma prima di tutto per etica, al segreto professionale.
Il malessere che può motivarci nel cercare un aiuto psicologico, diceva Freud, è solo la “punta di un iceberg“, di fronte alla quale possiamo mettere in atto diverse strategie:

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per esempio possiamo distrarci, cercar di non sentire o non pensarci, ricorrere a momenti di evasione, bere, drogarci, dimenticare…salvo poi, ad effetto concluso, ritrovarci con lo stesso problema di prima, se non addirittura aggravato…Oppure? Oppure è possibile scegliere di confrontarci con la nostra interiorità, è possibile esplorare gli “abissi” in cui si cela il nostro mondo emotivo segreto, spesso “congelato”. E per far questo può essere utile avvalersi dell’aiuto di un compagno di viaggio esperto e preparato, che ci faciliti nell’immersione, ma soprattutto che sia in grado di riportarci alla superficie in salute, una volta completata con successo la “missione”. Scopo pricipale è il recupero di parti essenziali di noi stessi,

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senza le quali il nostro Sè psichico non smette di inviarci segnali di sofferenza e di disturbo, proprio come accade per il nostro corpo, quando una parte dell’organismo perde la sua integrità o armonia con il tutto.
Una situazione di counseling e sostegno psicologico è dunque un’occasione per prendersi cura di se stessi, per far “cambiare marcia” alla nostra esistenza, per rallentare il tempo di una vita dai ritmi sempre più incalzanti e permetterci di “aspettare” la nostra anima. Perchè sentimenti ed emozioni non riguardano solamente la sfera della “testa”, ma coinvolgono anche “cuore” e “pancia”, appartengono a processi più viscerali e necessitano perciò di tempi più lenti per essere percepiti e vissuti pienamente e per poterne decodificare l’importante significato. Sintonizzarsi con la propria realtà profonda e darle attenzione, significa intensificarla e dare spazio a parti di noi trascurate o inascoltate.
Il cambiamento interiore, però, richiede anche qualcosa di più della consapevolezza. Molte volte può sembrarci di conoscere le nostre difficoltà e sofferenze in maniera dettagliata e pur tuttavia non riucire a venirne fuori. E’ infatti un dono della condivisione quello di poter innescare un processo di trasformazione.
Da certi punti di vista ogni esperienza di sofferenza emotiva può essere considerata una struttura “positiva” che è stata minacciata, interrotta o perduta e un percorso di consulenza psicologica può aiutare a ritrovarla. Elaborare la sofferenza significa, infatti, dare espressione ad emozioni e ricordi dolorosi ed è solo quando questo avviene, che è possibile apprezzare i vissuti positivi e riappropriarsi dei bei ricordi che sono immancabilmente ad essa associate. E solo dopo ancora, possono riemergere le proprie risorse interiori. Allora, dallo stato di malessere iniziale, i pensieri diventano più chiari, gli atteggiamenti più positivi e può riemergere la speranza e la visione del futuro.
Ad esempio, paradossalmente, la perdita di una relazione amorosa può diventare con il tempo il punto di partenza per un amore più profondo verso un’altra persona o verso noi stessi; un fallimento può riaprire la questione di cosa intediamo realmente per successo e come raggiungerlo; un tradimento può schiarirci la mente e riorientarci verso persone più degne della nostra fiducia; un rifiuto può motivarci a guardare verso direzioni più in sintonia con la nostra vera natura; un’umiliazione può spingerci a trovare strumenti per rinforzare l’ autostima; minacce alla salute o integrità fisica possono darci l’occasione per imparare a potenziare la capacità di autoproteggerci e tutelare la nostra sicurezza.
In generale è’ importante tener presente che, nelle sedute di affiancamento con uno psicologo o una psicologa, pur trovandoci in una relazione di aiuto e sostegno, è fondamentale per il nostro benessere che rimaniamo sempre protagonisti della nostra storia. Dunque nostra rimane anche la responsabilità di agire ed eventualmente cambiare. Lo psicologo dev’essere inteso un po’ come un compagno di viaggio, che ci affianca con la mappa, ci aiuta ad evitare gli ostacoli, suggerisce le rotte più promettenti e ci ricorda quali precedenti itinerari hanno avuto maggior successo.
Insomma: “Bravi naviganti nascono da mari in tempesta”, dice il saggio.

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A volte può essere inevitabile nella vita dover attraversare momenti di travaglio e difficoltà più o meno grandi, l’importante è far sì che diventino un’occasione in più per acquisire esperienza e maestria.
Paradossalmente, quella stessa ferita dell’anima che motiva l’inizio di un viaggio di esplorazione dentro noi stessi, una volta sanata può diventare un punto di forza e la base per una struttura più solida e sicura.velasole4

FULVIA GABRIELI – PSICOLOGA

Bibliografia

l'ascolto profondo

Jerome Liss, L’Ascolto profondo, ed. La Meridiana, Molfetta (BA), 2004


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Jerome Liss: psichiatra e psicoterapeuta statunitense, ha studiato medicina all’ Abert Eintein College of Medicin e psichiatria ad Harvard University, Boston. E’ stato fondatore e direttore della Scuola Italiana di Biosistemica e ha condotto gruppi di formazione in psicoterapia in Europa. Tra le sue pubblicazioni: La comunicazione ecologica (ed. La Meridiana, 2005) e Apprendimento attivo (ed. Armando, 2000).


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